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SALVINA FISICCHIA

CARDIOLOGIA


Supporto vitale avanzato nell'arresto cardio-respiratorio
Con questa sigla si intende la seconda fase della rianimazione: quella che si avvale di strumenti (defibrillatore) e procedure (intubazione oro-tracheale, somministrazione di farmaci per via endovenosa periferica o centrale) per cercare di riportare in vita il paziente.
Questa seconda fase è di competenza strettamente medica. In un futuro, forse non troppo lontano, anche personale non medico ma adeguatamente istruito, potrà utilizzare i defibrillatori semi-automatici in caso di ACR.

In ogni caso, in una situazione così delicata come è l'arresto cardiaco, la funzione dell'infermiere professionale è molto importante ,affinchè le cose vengano svolte secondo protocolli ben precisi.

Per l'esecuzione di un corretto servizio sono assolutamente necessarie queste quattro qualità:

1.CALMA

2.ORDINE

3.PRECISIONE

4.RAPIDITA'

Infatti, affinchè la rianimazione abbia un esito positivo essa deve essere eseguita

PRESTO e BENE.

Ogni sanitario ( medico o infermiere )deve sapere qual è il suo ruolo e deve eseguire correttamente i propri compiti.

L'arresto cardiaco è un evento che comporta l'arresto dell'azione di pompa del cuore e può verificarsi in tre modi differenti:

- fibrillazione ventricolare (80%)

le fibre del cuore si muovono in modo non coordinato per cui manca l'azione di pompa

- asistolia

le fibre cardiache non si muovono proprio

- dissociazione elettromeccanica

l'impulso elettrico non è seguito dall'azione meccanica del cuore

Solo nel caso della fibrillazione ventricolare è necessario ed obbligatorio defibrillare.

In tutti i casi, comunque, è necessario eseguire la rianimazione cardiopolmonare (ventilazione e massaggio cardiaco) e possibilmente, reperire una via venosa (periferica e, meglio ancora, centrale) per la somministrazione di farmaci.

La somministrazione di alcuni farmaci (adrenalina, atropina, lidocaina, isoprenalina) può essere effettuata anche per via endotracheale (in questo caso bisogna infondere il farmaco ad un dosaggio triplicato e far seguire alcune insufflazioni più profonde)

Farmaci di comune utilizzo durante l'ACR:

adrenalina ( fiale non diluite sino alla ripresa di una emodinamica efficace )

atropina ( solo in caso di marcata crisi vagale )

lidocaina ( tachicardia ventricolare)

isoprenalina( bradicardia marcata , fiale non diluite )

sodio bicarbonato ( 1 o 2 flaconi ,per combattere l'acidosi metabolica )

decadron o solu-medrol ( protezione cerebrale )

calcio cloruro ( nei casi in cui si associa una ipocalcemia , una fiala iniettata lentamente )

curaro ( per intubare sotto miorilasciamento , quando si verifica rigidità nella apertura della rima buccale )

Dopo l'eventuale esito positivo:

dopamina

dobutamina

Il materiale necessario, e che quindi deve essere a disposizione in caso di rianimazione cardiopolmonare, è il seguente:

monitor-defibrillatore

zaino di rianimazione

valigia dei farmaci

set per cateterismo centrale

aspiratore con sondini

ossigeno

Tecnica di defibrillazione

1)Accendere il defibrillatore.

2)Applicare la pasta elettroconduttrice sulle piastre (assolutamente non spargerla sul torace perchè si potrebbe stabilire un corto circuito tra le piastre)

3)A questo punto il medico preme le piastre sul torace (secondo posizioni ben definite)

4)Verifica la presenza di fibrillazione ventricolare o tachicardia ventricolare

5)Il sanitario seleziona i Joule

6)Il medico aziona il pulsante di carica ed attende il segnale

7)Tutti i presenti si devono allontanare ed evitare qualsiasi contatto con il paziente.

8)Il medico scarica premendo entrambi i pulsanti delle piastre.

Non sempre si ristabilisce il ritmo cardiaco normale dopo la prima scarica, per cui i protocolli prevedono fino a tre defibrillazioni consecutive prima di continuare il massaggio cardiaco (di solito la prima a 200J, poi, ancora 200J ed infine 360J).

INTUBAZIONE:

consiste nell'introdurre in trachea un tubo che permette di insufflare l'aria nei polmoni con il pallone di ambu. Ciò evita il contatto bocca a bocca (come l'uso del pallone ambu), permette la corretta introduzione dell'aria nei polmoni (non nello stomaco), ed inoltre permette la somministrazione di farmaci direttamente nei polmoni.

Vantaggi della intubazione tracheale durante la RCP:

facilita la ventilazione

facilita la somministrazione di O2 ad alte concentrazioni

previene le inalazioni (per es. di rigurgiti)

permette la toilette bronchiale (con l'uso dell'aspiratore)

evita la distensione gastrica (con relativo pericolo di vomito)

permette la somministrazione di farmaci per via endotracheale

Il set per l'intubazione si trova nello zaino di rianimazione .

E' formato da:

Laringoscopio : è formato da un manico con attacco universale a "baionetta" e lame di diverse dimensioni (di solito 3 lame), permette di vedere la trachea.

Pinza di Magyl: sono pinze semicurve anatomiche che servono ad agevolare l'introduzione del tubo endotracheale nonchè la rimozione di corpi estranei che ostacolano le vie aeree.

Tubi endotracheali: tubi di gomma semirigida di varie dimensioni (da 2,5 OD a 9 OD), con tubo di ancoraggio (tranne quelli pediatrici)

Mandrino: è uno strumento semirigido che, introdotto nel tubo endotracheale, permette di modellare lo stesso per facilitarne l'introduzione in trachea.

Siringa per cuffiare: siringa da 10 cc. che consente di cuffiare il palloncino di ancoraggio del tubo endotracheale in trachea.

Raccordo universale o catheter mounth: strumento di plastica che permette di raccordare il tubo endotracheale introdotto con la fonte di ventilazione artificiale. E' presente una apertura (via di broncoaspirazione) che permette l'aspirazione tracheale e l'eventuale introduzione di farmaci.

Fonte di ventilazione: può essere

- manuale con pallone di ambu o con il va e vieni

- automatica con autorespiratore.

Cerotto di fissaggio: è lungo circa 35-40 cm e serve per fissare il tubo endotracheale.

L'intubazione è una manovra precoce che deve essere eseguita in modo rapido, per cui l'infermiere deve sapere esattamente cosa passare al medico in quel dato momento.

Deve essere passato in sequenza (l'ordine di passaggio non può essere assolutamente invertito o alterato):

1 - laringoscopio (manico con lama inserita, verificare che la lucina sia accesa) può essere necessario utilizzare l'aspiratore per la pulizia del cavo orale da varie secrezioni se richiesto, passare anche le pinze di Magyl

2 - tubo endotracheale della misura richiesta se richiesto, passare il tubo mandrinato (il tubo con inserito il mandrino)

3 - siringa per cuffiare

4 - catheter mounth o raccordo

5 - pallone ambu o il "va e vieni"

6 - fonendoscopio (il medico verifica la corretta esecuzione ascoltando la ventilazione bilateralmente ed osservando i movimenti del torace)

7 - cannula oro-faringea

8 - cerotto

9 - ossigeno

CATETERISMO VENOSO CENTRALE

Consiste di reperire una grossa vena (es. vena succlavia, vena giugulare) in quanto spesso nell'arresto cardiaco è impossibile incannulare una vena periferica perchè sono collassate. Per reperire una via venosa centrale si utilizza il catetere venoso centrale (CVC). Quello più comunemente usato è il Cavafix. E' necessario preparare una siringa da 10 cc con soluzione fisiologica.

MINITRACK-SET

E' un set completo per l'introduzione chirurgica di una apposita cannula dall'esterno della trachea (sul collo sotto il pomo di Adamo) in trachea. Serve in caso di ostruzione acuta delle vie aeree superiori.





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